Calabria prima italia

La nascita del nome ITALIA

Introduzione del prof. Domenico Silvestri

- Ordinario di Glottologia Università Napoli L'Orientale -

Parlare della Calabria ci riporta agli albori della nostra civiltà e al nome Italia. Ma c’è dicotomia tra Calabria e Italia? Nient’affatto!

 

L'Accademia della Crusca il 30/01/2015 chiarisce «Italia è un nome di tradizione classica, in origine con riferimento all’estremità meridionale della Calabria; si estende poi alla penisola con l’avanzarsi della conquista romana.

La sanzione ufficiale del nome si ha con Ottaviano nel 42 a.C., mentre l’unione amministrativa  con le isole si ha con Diocleziano (diocesi italiciana).

Nei secoli il nome rimane di tradizione dotta (l’evoluzione popolare del latino Italia sarebbe stato Itaglia, Idaglia, a seconda delle zone).

L’origine del nome è discussa e incerta ma non è ipotetico il luogo e il popolo dal quale ha origine. Alcuni suppongono che derivi da una forma di origine osca e corrisponda a Viteliu accostato all’umbro vitluf ’vitello’, latino vitulus.

Per altri avrebbe il senso di “terra degli Itali”, popolo che avrebbe come totem il vitello (italos), perciò la denominazione si fonderebbe sull’uso antichissimo di divinizzare l’animale totem della tribù; oppure “il Paese della tribù degli Itali”, nome totemistico da *witaloi “figli del toro”.

Non mancano le interpretazioni leggendarie, come quella del principe Italo, l’eroe eponimo che avrebbe dominato il Sud della penisola. Vi è poi il mito secondo il quale Eracle, nell’attraversare l’Italia per condurre in Grecia il gregge di Gerione, perde un capo di bestiame e lo cerca affannosamente; avendo saputo che nella lingua indigena la bestia si chiama vitulus, chiama Outalía tutta la regione».

Così si esprime  l’Istituto TRECCANI alla voce “ ITALIA”

(A. T., 22-23, 24-25-26, 24-25-26 bis, 27-28-29, 29 bis).

 

Il nome. - Secondo Antioco di Siracusa (Dion. Halic., I, 35), il nome d' Italia derivava da quello di un potente principe di stirpe enotrica,  Italo, il quale avrebbe cominciato col ridurre sotto di sé il territorio estremo della penisola italiana, compreso tra lo stretto di Messina e i golfi di Squillace e di Sant'Eufemia, e, chiamata questa regione da sé stesso Italia, avrebbe poi conquistato molte altre città.

È questa una delle solite leggende a schema  eponimico, ma se ne è voluto dedurre che l'estensione originaria del nome d' Italia non valicasse i confini dell'estrema punta della penisola, del che si è cercata una conferma in Ecateo, del quale abbiamo frammenti, che assegnano all'Italia Medma, Locri, Caulonia; ma non si può escludere che egli attribuisse del pari all'Italia altre località, e nell'estensione assegnata da Antioco al nome originario d'Italia non è lec. to vedere più che una semplice congettura dell'autore.

Quello che è certo è che, al tempo in cui egli visse, il nome d'Italia designava la regione compresa tra lo stretto di Messina, il fiume Lao e il confine orientale del territorio di Metaponto, come risulta da Strabone (VI, 24), e anzi Erodoto colloca Taranto in Italia (I, 93; III, 136, cfr. Dionigi. Halic., I, 73), ma poiché pure per Tucidide (VII, 33, 4) l'Italia comincia a Metaponto, è meglio attenersi per allora a questo confine.

Anche Aristotele (Polit., VIII, 1329 b), seguendo Antioco, faceva derivare il nome d'Italia dal re Italo. Ellenico, invece (Dion. Hal., I, 35), raccontava che, mentre Eracle traversava l'Italia per condurre in Grecia il gregge rapito a Gerione, gli fuggì un capo di bestiame, e, ricercandolo egli affannosamente, e avendo saputo che, secondo l'idioma indigeno, la bestia aveva nome vitulus, chiamò Ούιταλίαν tutta la regione.

 L'essenziale di questo racconto è la connessione del nome d'Italia con la voce vitulus, la quale era affermata anche da Timeo e da Varrone, quando costoro quel nome giustificavano così: quoniam boves Graeca vetere lingua ἰταλοι vocitati sunt, quorum in Italia magna copia fuerit (Gell, N. A., XI,1), perché è evidente che ἰταλός nel senso di vitulus sarebbe in ogni caso una voce derivata dal Latino nel Greco dell'Italia meridionale.

 

Un'espressione figurata della stessa connessione si ha nelle monete osche battute durante la guerra sociale con la figura del toro e nell'epigrafe Viteliu, sia che questa parola alluda alla capitale degli Italici, Corfinio, che vediamo dagli scrittori chiamata Italica, sia che debba intendersi qual nome della dea Italia (v. Corp. Inscr. Lat., IX, al. n. 6088).

Se in conformità di queste opinioni degli antichi noi ammettiamo questa connessione, la potremo spiegare semplicemente con la ricchezza in bestiame bovino della regione, specialmente in quella parte da cui il nome prese origine, o anche si potrà pensare che il vitello fosse il totem della stirpe degli Itali, ricordando come anche i nomi di altre popolazioni italiche derivano da animali. E, del resto, è più probabile che la regione abbia preso nome dal popolo che non viceversa.

Comunque, l'etimologia d'Italia da vitulus (umbro vitlu) lusinga: la caduta del v iniziale si può agevolmente spiegare con l'essere stata la parola trasmessa ai Romani per mezzo dei Greci dell'Italia meridionale, e con la stessa ragione o con le esigenze metriche si può dar ragione della lunghezza della i iniziale di Italia di fronte alla i breve della prima sillaba di vitulus. Ma se questa derivazione è accettata dai più, non mancano storici, quali il Niese, e glottologi, quali il Walde, che la ritengono incerta.

Nel corso del sec. IV a. C. il nome d' Italia si estese, dall'una parte, sino a Posidonia e, dall'altra, comprese Taranto (Dionys., I, 74, 4 e Strabone V, 209); intorno al 300 a. C. si allargò alla Campania (Theophr. presso Athen., II, 43 b). Quando poi nei primi decennî del sec. III a.C. tutta la penisola, dall'Arno e dall'Aesis allo stretto di Messina, fu amministrativamente e militarmente unificata sotto la dominazione romana, e le diverse stirpi che l'abitavano, Latini, Sabelli, Etruschi, Apuli e Greci furono costretti a combattere sotto le insegne di Roma con la comune designazione di togati, cioè uomini della toga, il nome d'Italia abbracciò tutta la penisola nei limiti indicati.

La conquista infine del territorio padano e la consapevolezza dell'unità geografica della penisola fecero sì che nel corso del sec. II il nome Italia, pur conservando in senso stretto il significato politico sino al limite Arno-Aesis, si allargasse di fatto a tutto il territorio tra le Alpi e i due mari italiani. Le prime testimonianze su questo uso più largo del nome sono in Polibio e in Catone.

E l'estensione anche ufficiale del nome a tutta intera la penisola fu compiuta allorché Ottaviano nel 42 abolì la provincia Cisalpina creata da Silla e comprese anche l'Italia settentrionale nella sua divisione in regioni. Infine, l’Imperatore Diocleziano, che regnò dal 284 al 305, inserì nell’Italia le isole Sardegna e Corsica.

 

E c’è anche l’immagine  evocata da Giovanni Pascoli, per il cinquantenario dell’allora Regno, nell’orazione ai giovani allievi della R. Accademia Navale (Italia! Zanichelli, Bologna, 1911, p. 7). Il poeta parla del popolo dell’antica terra che si chiamò poi Italia, ma che ancora “il nome suo non l’aveva”, di quelle tribù, “meglio che popoli”, che prendevano il nome da un animale sacro: «Uno di essi popoli prendeva il nome dal “bove”. Narravano d’esser giunti alle lor sedi seguendo un toro. Grande cammino avrebbe lor fatto compiere l’animale sacro: da quei grandi monti per tutto il silvestre paese, attraversando via via altri monti, guadando rapide fiumane, sotto un cielo sempre più azzurro, sotto un sole sempre più ardente. Ma ecco il bove condottiere mugliò, fermandosi. Era avanti a lui un fiume inguadabile. Dall’altra sponda, in lontananza, una montagna fumava: nella notte il fumo si sarebbe converso in anelito di fiamma. Il popolo si fermò anch’esso, si estese lungo la spiaggia (quel fiume era il mare), si propagò, fondò città, e infine vanì. Non se ne ricordò se non il nome, che era quello del toro che li aveva guidati, ed era il segnacolo e si credeva il progenitore. In lor lingua si chiamava ITAΛΟΣ: Italo. Onde quel lembo di terra estrema sul mare, circa due millenni e mezzo fa, già si indicava col nome sacro d’Italia».

Hanno detto...

 Italo, un Re eponimo

e la collocazione geografica del nome ITALIA

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