Calabria prima italia

La Calabria preistorica

I primi insediamenti rupestri

Gli studi sul periodo preistorico della Calabria sono stati trascurati per molto tempo, anche perché era diffuso il convincimento che la sua civilizzazione fosse iniziata con l’arrivo delle popolazioni elleniche e la fondazione della Magna Grecia.

In realtà questa regione era abitata già diversi millenni prima della colonizzazione greca. Probabilmente tale approccio storico trovava le sue fondamenta nella circostanza che gli studi etnologici dell’Italia, fino alla metà del secolo scorso, avevano come fonti principali le leggende e le notizie tramandate dalla tradizione letteraria.

Tanto è che Theodor Mommsen, nonostante gli studi approfonditi per ricostruire la storia dell’Italia e di Roma, riteneva che “l’Italia non avesse una sua civiltà preistorica”.

Fu solo nella seconda metà del XIX secolo che archeologi, paletnologi e filologi, attraverso uno studio non più disgiunto, ma coordinato delle varie scoperte, cambiarono le fondamenta dello studio.

Così che oggi si può dimostrare, sulla scorta della moltitudine del materiale preistorico, che in tutta la penisola erano presenti insediamenti di civiltà primitive, fin dalla preistoria.

La presenza umana in Calabria si attesta al Paleolitico inferiore, con stanziamenti sia lungo le coste, come testimoniano i reperti rinvenuti nelle Grotte paleolitiche di Tortora, Praia a Mare, Torre Talao a Scalea, sia nelle zone montuose come testimonia la “Grotta Riparo di Papasidero”.

 

Nel Neolitico e nella sua fase conclusiva - l'Eneolitico - la Calabria ha ospitato popolazioni presumibilmente mediterranee alle quali, nell'età del bronzo ed agli inizi dell'età del ferro, si sovrapposero nuclei iberici e liguri.

Stanziamenti neolitici, oltre a Papasidero, a Favella (alta valle del Crati), sono stati rinvenuti a Girifalco e nelle Grotte di S. Angelo (Cassano). Resti dell'età del bronzo sono stati scoperti nelle predette Grotte di S. Angelo, a Nocera Tirinese e Tiriolo; testimonianze degli inizi dell'età del ferro sono le necropoli pre-elleniche di Amendolara, Francavilla, Cirò, Serra d'Aiello, Nicotera, Grotteria, Roccella, S. Eufemia d'Aspromonte, Locri, Calanna e Reggio.

 

In epoca protostorica la Calabria era abitata prevalentemente da popolazioni tra di loro affini: Enotri (nella fascia tirrenica centrale e settentrionale), Choni (nella fascia jonica centrale e settentrionale) e Itali o Morgeti e Siculi al sud; dagli Itali, il cui nome risale all'animale totemico (il vitello, in osco "vitluf ", in latino “vitulus”), la regione prese il nome ITALIA (VI sec. a.C.) che poi si estese a tutta la penisola.

 

La Grotta del Romito

Nel 1961 a 14 km dal comune di Papasidero (Cs) è stata scoperta la grotta del Romito che  ha permesso di ripercorrere le vicende preistoriche della Calabria settentrionale  con ulteriore conferma della presenza umana in tale periodo.

 

Le indagini e gli scavi archeologici della Grotta-Riparo del Romito sono state condotte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e dall’Istituto italiano di Preistoria e Protostoria e dirette dal prof. Paolo Graziosi in collaborazione con la Dott.ssa Mara Guerri e il Prof. Santo Tinè. Le ricerche condotte dal prof. Fabio Martini hanno permesso di fornire ulteriori informazioni su un periodo  risalente a 10-8 mila anni fa (Mesolitico).

 

La grotta è stata abitata a lungo dall’Homo sapiens e ciò è testimoniato dagli strumenti litici e ossei, dai resti di scheletri e dal fantastico graffito che raffigura un  uro, cioè di un bue primitivo, dagli studiosi indicato come Bos primigenius.

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