Calabria
Prima Italia
Perchè...
Raccontare la nascita del nome Italia significa intraprendere un viaggio attraverso il tempo, risalendo alle radici più remote della nostra civiltà, dove mito e storia si intrecciano come fili d’oro in un arazzo antico, incisi nelle rocce, sussurrati dal vento tra i monti, e scolpiti nei silenzi delle valli e nei paesaggi aspri e maestosi di una terra che ha dato vita all’identità italiana: il Sud.
Italia nacque nella Calabria degli Enotri, tra le colline baciate dal sole e i campi attraversati dalle greggi, dove il vento soffiava storie di antichi re e il nome si fece mito e promessa.
Si rafforzò nei boschi impenetrabili e nelle valli maestose del Sannio, dove l’eco delle battaglie risuonava tra le montagne, terra di guerrieri indomiti e custodi di antiche tradizioni, e si consolidò sulle alture dell'Abruzzo, a Corfinio, dove l’aria stessa sembrava carica di solennità e il vessillo della Prima Italia fu innalzato, suggellando un’alleanza che non era solo politica, ma spirituale e identitaria, destinata a segnare per sempre il corso della storia.
Fu qui che, per la prima volta, il nome Italia non fu più solo una parola incisa sulla terra, ma un’idea incrollabile, un simbolo di appartenenza, un’entità politica indipendente, un progetto consapevole di nazione, concepito molto prima che l’idea stessa di Stato unitario prendesse forma. Prima che Roma ne facesse la propria bandiera, fu il cuore pulsante delle genti italiche, il nome inciso nel loro giuramento, il sogno per cui combatterono e morirono.
Questo saggio nasce dall'esigenza di restituire al Sud il ruolo centrale che ha avuto nella costruzione dell’identità italiana, riscattandolo dalla marginalizzazione culturale imposta nei secoli.
Non fu Roma a concepire il nome Italia, ma le genti che abitavano la penisola molto prima della sua ascesa, coloro che vissero e lottarono per la propria indipendenza.
La Prima Italia, nata a Corfinio, non fu solo un tentativo di nazione, ma la prima affermazione consapevole di un’identità politica condivisa. E se la Guerra Sociale si concluse con una sconfitta sul campo, segnò tuttavia una vittoria epocale: la cittadinanza romana fu estesa a tutti i popoli italici e il nome Italia divenne definitivamente il simbolo della comunità che abbracciava l’intera penisola.
L'Italia di oggi è il riflesso del sacrificio e della grandezza di quei popoli che, per primi, ebbero la visione e il coraggio di immaginare una patria comune, ben prima che la storia ufficiale ne sancisse l’esistenza. Il loro spirito arde ancora nelle voci del vento che attraversa le antiche valli, nelle pietre delle città che un tempo furono teatro di lotte e speranze, nelle genti che oggi abitano questa terra con la stessa fierezza di allora.
Il loro sogno, temprato nella lotta e nel sacrificio, non fu solo un’aspirazione, ma la scintilla che diede origine all’identità collettiva di un popolo. Essi non furono solo testimoni del proprio tempo, ma artefici di un’eredità che continua a pulsare nel cuore della nostra nazione.
Questa è la loro storia, la loro eredità incisa nel tempo, che scorre come un fiume sotterraneo sotto il nostro presente. È un filo ininterrotto che lega passato, presente e futuro, un richiamo incessante a riconoscere, onorare e custodire le radici profonde della nostra identità, affinché il sacrificio di quegli uomini non venga mai dimenticato e il nome Italia risplenda, per sempre, con la dignità che merita.
Scopo di questo progetto è di tentare un approccio con la cultura del nostro passato che, a dispetto del tempo che scorre e molte cose cancella, non ha ancora cessato di influenzare il modo di pensare e di vivere della nostra gente.
In una società, che sembra avere perso l’abitudine di porsi delle domande e darsi delle risposte, riandare al passato per scoprire la propria originaria e incancellabile identità culturale ed umana, crediamo sia importante soprattutto per i giovani oggi così disorientati e vittime potenziali delle svariate persuasioni occulte, che mirano a farne un branco pronto, come ha previsto Brecht, ad “essere affittato per qualunque scopo”.
Quindi non nostalgia del passato, come negazione del presente, che sarebbe atteggiamento antistorico, ma conoscenza e riappropriazione delle proprie “radici”.
La Calabria, l'antica e gloriosa Magna Grecia, culla della civiltà italica, con il suo ricco patrimonio storico, culturale ed etnico, offre al turista curioso, al viaggiatore frettoloso, al visitatore occasionale una vasta gamma di possibilità per farsi conoscere e apprezzare.
Per molto tempo la Calabria è stata presentata come il luogo della non-storia, dove la natura, gli eventi estrinseci, le volontà esterne hanno sempre avuto buon gioco nel determinare un corso dei fatti imposto per necessità, e dunque scarsamente o per nulla influenzato dalle scelte dei calabresi.
Questa percezione esterna della Calabria si è pian piano radicata nella stessa auto rappresentazione dei calabresi, che hanno a lungo condiviso l'idea di essere poco responsabili - nel bene e nel male - degli accadimenti che li riguardavano: ad altri i pochi meriti, e soprattutto le molte colpe di una storia vissuta come lenta, marginale, sbiadita.
Ma ogni storia, e anche quella non certo altisonante della Calabria, è in primo luogo storia «interna»: storia degli uomini e delle donne che si sono costruiti in rapporto tra loro, con la natura, con il territorio in cui hanno abitato.
Questo progetto, è in prima istanza un tentativo di riappropriazione; esso si propone di riaffidare ai calabresi la loro storia, nel senso di renderli meglio edotti di quello che è avvenuto, per poter loro consentire di interagire con un patrimonio di tradizioni, di identità, di culture che è parte integrante del loro presente.
E si parte ab origine, dagli arcaici splendori della civiltà …
IL PROGETTO “CALABRIA, PRIMA ITALIA”
L'etimologia del nome Italia è stata oggetto di ricostruzioni non soltanto da parte di linguisti, ma anche di storici, tradizionalmente attenti alla questione; non sempre, tuttavia, ci si trova di fronte ad etimologie in senso stretto, bensì ad ipotesi che poggiano su considerazioni estranee alla ricostruzione specificatamente linguistica del nome.
E' noto che nell'antichità il nome indicasse la parte posta nell'estremo meridione della penisola italica.
Ciò è attestato dal fatto che i popoli greci che colonizzarono l'attuale Calabria, integrandosi con i popoli preesistenti, si riferivano a loro stessi come Italioti, cioè abitanti dell'Italìa.
La Biblioteca di Davoli ha istituito una sezione denominata " Calabria Prima Italia", con lo scopo di raccogliere libri che possano documentare la presenza dei vari popoli (Morgeti, Taureani, Ausoni, Brettii, Enotri, Itali), che hanno dato vita al nome "Italia"quale indicazione geografica di un territorio, per poi arrivare alla "guerra sociale" (91-88 a.C.), quando Corfinium (oggi Corfinio AQ) venne scelta come capitale della Lega Italica, e l’alleanza tra tutti i popoli italici già Socii dei romani (Peligni, Marsi, Vestini, Marrucini, Piceni, Frentani, Sanniti, Apuli, Lucani) rivendicarono da Roma il riconoscimento dei diritti di cittadinanza, e il nome Italia rappresentò, in quel periodo storico, l'espressione di un ideale politico di nazione.
Un progetto che intende avvalersi del contributo di studiosi, storici, autori di libri, figure istituzionali e associazioni, mediante l'organizzazione di incontri e convegni, mirati a far conoscere al grande pubblico come la Calabria sia stata la "madre" del nome Italia.